Per questo studiare i meccanismi psicologici che sono stati sfruttati nella storia dai totalitarismi e dalle dittature (ma anche dalle monarchie assolute) è fondamentale; ancora oggi gli stessi identici meccanismi sono cavalcati da politici con aspirazioni autoritarie in tutto il mondo.
La prima cosa importante che si ottiene studiandoli è capire che sono insiti nella nostra psiche di umani, probabilmente per motivi evolutivi, lo erano in passato e lo saranno in futuro: sono meccanismi irrazionali ancora presenti e quindi non si possono liquidare gli orrori del passato - guerre, campi di concentramento, razzismo, totalitarismi - come errori che mai più si ripeteranno, compiuti da persone più stupide o inconsapevoli di noi.
A partire dagli anni '50 si è sviluppata una branca della psicologia chiamata psicologia sociale, che studia cioè il nostro comportamento, la nostra psiche in relazione al gruppo, agli altri, al contesto in cui agiamo.
Un forte slancio a questi studi è stato dato proprio dallo shock della II guerra mondiale e dell'Olocausto, e negli anni ha portato a risultati sorprendenti, anche grazie ad alcuni famosi esperimenti compiuti soprattutto negli stati Uniti negli anni '60 e '70.
Ne vediamo qualcuno per capire quanto sia facile in realtà condizionare le persone senza che se ne rendano conto, soprattutto se si sfrutta il potere del gruppo in cui sono inserite.
Traggo un valido aiuto per realizzare questa dispensa dalla playlist di lezioni della prof. Gabriella Giudici, che consiglio di vedere tutta a chi vuole approfondire.
Qui una sua introduzione generale alla psicologia sociale
1) Il meccanismo del capro espiatorio ricorre in modo impressionante nella storia e nell'attualità, talmente tanto da non lasciare alcun dubbio sulla sua efficacia: quando una comunità è in crisi per un motivo inspiegabile o contro il quale non può agire direttamente, per esempio quando è colpita da una pestilenza o da una crisi economica, le tensioni tra gli individui frustrati e impauriti potrebbero disgregarla; si tende allora a identificare un colpevole su cui scaricare tutto l'odio e la violenza che la crisi ha fatto crescere: il capro espiatorio.
Un perfetto capro espiatorio deve essere qualcuno di vicino alla comunità e nello stesso tempo un po' diverso: il gobbo, la donna troppo bella, la vecchia matta, ma anche gli ebrei, i migranti, i rom, i cinesi; qualche decennio fa i meridionali nelle città del nord ecc.
Questo meccanismo è indipendente dalle colpe che la categoria o gli individui possono avere o non avere, serve per dare sollievo alla comunità che si sente molto, molto più unita se ha un nemico comune.
2) La crudeltà dell'individuo è indotta anche da fattori esterni. Famosissimo è stato l'esperimento carcerario di Stanford, condotto da Philip Zimbardo, che era mirato a dimostrare come persone normalissime si potessero trasformare facilmente in feroci carnefici se condizionati da una serie di fattori; Zimbardo ha chiamato poi Effetto Lucifero questo fenomeno. L'esperimento è riuscito fin troppo bene ed è stato quindi interrotto dopo sei giorni, poiché la violenza era andata totalmente fuori controllo. L'esperimento è stato anche molto criticato e potrebbe avere dei limiti scientifici, ma almeno in parte spiega perché nelle istituzioni totali come carceri, ospedali, manicomi, ma anche ospizi e asili nido, dove un gruppo ha un potere assoluto su un altro, si generi spesso una violenza e una sopraffazione inaudita.
Qui è spiegato bene:
3) La tendenza a dividersi in gruppi in competizione tra loro e solidali al loro interno è praticamente irresistibile per gli umani e può quindi essere sfruttata dai regimi dittatoriali in modo molto facile. Basta contrapporre un "noi" a un "loro" e si ottiene immediatamente consenso e un senso di unità; è uno di meccanismi che è più facile osservare nella vita quotidiana: nelle tifoserie, nei quartieri delle città, nelle scuole con due sedi, nei gruppi di amici. Questa tendenza è stata già identificata da Freud e studiata da diversi ricercatori (per esempio Henri Tajfel o John Turner) e ha dato sempre risultati chiari.
Un bellissimo film che spiega bene questo fenomeno è L'onda del 2008, ambientato in un liceo tedesco, che si ispira a una storia vera avvenuta però in California nel 1967.
Un bellissimo film che spiega bene questo fenomeno è L'onda del 2008, ambientato in un liceo tedesco, che si ispira a una storia vera avvenuta però in California nel 1967.
Qui si racconta invece di un altro di questi esperimenti, il Robbers Cave Experiment del 1954, condotto in una colonia estiva di ragazzi:
4) L'obbedienza all'autorità riconosciuta: l'esperimento maestro-allievo di Milgram del 1961 è un altro dei più famosi e sconvolgenti: lo psicologo statunitense Stanley Milgram lavorò a partire dalla domanda fondamentale: "È possibile che Eichmann e i suoi milioni di complici stessero semplicemente eseguendo degli ordini?". Era infatti in corso a Gerusalemme il processo al famigerato criminale nazista.
Milgram ha dimostrato che quando siamo stimolati da ordini che provengono da un'autorità che riteniamo affidabile (il professore, il poliziotto, il medico, lo scienziato ecc.) noi tendiamo ad obbedire acriticamente, compiendo anche gesti assolutamente immorali che non faremmo mai spontaneamente. Più è lontana fisicamente la vittima da noi, più facilmente compiamo atti crudeli.
L'esperimento è stato riprodotto molte volte, qui vedete una delle impressionanti ricostruzioni.
5) La tendenza al conformismo è più forte dei nostri stessi sensi: l'esperimento di Asch che lo dimostra è stato riprodotto molte volte e sempre con risultati simili, che possono sembrare incredibili. Se siamo inseriti in un gruppo compatto, ci uniformiamo a questo acriticamente, anche quando i nostri sensi, il nostro cervello, le nostre idee sono completamente diverse, anche quando non abbiamo nulla da perdere a essere diversi: è un fattore importantissimo da tenere presente anche per scalzare diversi falsi storici alla moda, ad esempio che tutti gli italiani fossero fascisti o indifferenti alle sorti degli ebrei perché altrimenti li uccidevano. Non ce n'è affatto bisogno, se hai conquistato la maggioranza.
In conclusione si può dire che ormai decenni di studi di psicologia sociale hanno mostrato con chiarezza l'esistenza di meccanismi psicologici profondi, irrazionali, che possono essere facilmente cavalcati per manipolare le masse, anche quando nominalmente rimangono in piedi i meccanismi democratici come le elezioni.
Per completare lo studio di questa tematica consiglio di rivedere una delle testimonianze della Senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e testimone della Shoah; qui vi metto il link a una sua intervista.
La democrazia funziona e garantisce i diritti fondamentali di tutti solo se la popolazione è mediamente informata e consapevole, in grado di riconoscere e smontare i tentativi di manipolazione; ma non si tratta solo di grandi numeri: siamo chiamati a resistere a queste (e molte altre...) dinamiche nella nostra vita quotidiana, negli uffici, a scuola, nei gruppi sportivi, nelle compagnie di amici ecc.
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