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domenica 25 ottobre 2020

Disinformazione, che cosa si intende?

La parte di Educazione Civica che tratterò prevalentemente sarà quella attinente alla "cittadinanza digitale"; nelle linee guida del Miur viene chiamato così uno dei tre snodi fondamentali della programmazione di educazione civica. La definizione ministeriale è molto ampia, visto che definisce cittadinanza digitale "la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali". All'interno di questo contenitore quindi svolgeremo il nostro programma scegliendo alcuni temi d'attualità e di impatto sulla nostra vita quotidiana.

Iniziamo con questo post con il problema della disinformazione: in una società complessa come la nostra avere fonti di informazioni sulla realtà e sui fatti è fondamentale per poter esercitare la capacità critica, di giudizio e di scelta che una democrazia richiede ai suoi cittadini.

Se il problema dell'informazione è sempre stato piuttosto critico, negli ultimi anni ha avuto sviluppi davvero insidiosi per la concomitanza di vari fattori in contemporanea.

Possiamo schematicamente individuarne quattro cruciali:

- Tecnologico: il modo di informarsi è cambiato negli ultimi dieci anni in  modo rapidissimo e vertiginoso, lo possiamo verificare pensando alle nostre abitudini quotidiane. Se la televisione in parte resiste, i giornali cartacei non riescono più a competere con le informazioni disponibili su internet, soprattutto a partire dalla diffusione degli smartphone. Si sono moltiplicate le fonti informali, indipendenti dai media ufficiali; le informazioni rimbalzano sui social network, che ormai sono anche il canale privilegiato della comunicazione, dalle aziende ai politici. Uno studio dell'Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) del 2018 traccia una panoramica molto completa; qui sotto vi è uno schema tratto da questo rapporto, da dove si evince chiaramente l'importanza preponderante delle informazioni via social network, basate su algoritmi, rispetto a quelle editoriali:

Queste informazioni senza giornalisti sono senza filtri: il politico dice quello che vuole, senza contradditorio o domande scomode, e se non vuole parlare di qualche cosa semplicemente la ignora. Le aziende possono fare la stessa cosa, i cittadini possono diffondere qualunque notizia vera o falsa che sia.

- Economico: lo spostamento dell'informazione dal cartaceo a internet ha fatto impennare un problema già presente: i media hanno perso il finanziamento dei lettori che prima acquistavano le copie e ora cercano informazione gratuita online; l'unico canale di finanziamento dei media è quindi rimasto la pubblicità, soprattutto la pubblicità online. Questo a sua volta porta a due conseguenze negative: il guadagno è strettamente collegato al numero di click dei lettori, moltiplicare questi click diventa l'obiettivo principale se non unico dei media, a discapito di ogni altra considerazione; fare informazione davvero indipendente è molto difficile, perché la sopravvivenza dei media dipende del tutto dai suoi inserzionisti e non dai lettori. Per ridurre i costi inoltre le aziende editoriali tendono a sostituire i giornalisti professionisti con personale non qualificato e sottopagato, il che deteriora ulteriormente la qualità delle notizie. 

- Politico: l'importanza dei nuovi media e di queste caratteristiche dell'informazione dei cittadini viene anche usata dalla politica: niente da eccepire, se si trattasse solo di trovare nuovi canali per avvicinarsi alla popolazione, comunicare in modo diretto con gli elettori. Però vi sono altre manovre meno legittime che stanno emergendo in tutto il mondo, dalle democrazie occidentali, ai regimi autoritari alle dittature: usare le caratteristiche dell'informazione mediata dai social network per manipolare la percezione della realtà e quindi portare consenso alla propria parte politica.

Psicologico: vi sono molti fattori psicologici che portano i cittadini a non cercare di informarsi correttamente, e che invece li portano a leggere e condividere notizie false o manipolate. Si va dallo scoraggiamento - tutta l'informazione è falsa quindi le mie scelte non contano -, al bisogno di semplicità e certezze, alla paura, all'emotività. Il discorso è complesso e lo approfondiremo più avanti. basti pensare però che le notizie false, essendo confezionate apposta per essere condivise, senza altri vincoli, riescono ad essere condivise 6 volte di più di quelle vere.

Questi fattori si intrecciano in vari modi, e producono varie modalità di cattiva informazione, che sono già ampiamente studiati dagli esperti del settore.

In questa conferenza, Carola Frediani (giornalista ed esperta di sicurezza informatica e comunicazione) analizza le varie forme della disinformazione. Il termine fake news infatti ormai è riduttivo, e spesso usato a sproposito fino a renderci ancora più confusi. Ormai gli esperti di comunicazione preferiscono usare l'espressione più generale disordine informativo (information disorder), che racchiude tutti i fenomeni di manipolazione della realtà nella comunicazione.
Riconoscere le varie forme della disinformazione, i vari strumenti, le varie tecniche e anche i vari scopi che può avere, è forse l'unico mezzo per difendersi da questa grave lesione della nostra libertà di cittadini.

A una grande facilità nel reperire le informazioni si accosta una crescente difficoltà di decodifica, di orientamento attraverso una massa di notizie che rimbalzano su mille piattaforme e con mille forme.
A peggiorare le cose vi sono molti motivi diversi che portano a diffondere cattiva informazione, e strumenti digitali che la rendono un'operazione molto semplice. In questo schema di Valigia Blu trovate nelle righe le possibili motivazioni, nelle colonne le varie tipologie di disinformazione.

Qui potete ascoltare la conferenza di Carola Frediani
https://youtu.be/JeN5b7A1K_0

Qui invece il dossier di Valigia Blu che riprende e spiega bene nei dettagli le varie tipologie di disinformazione. Da questo articolo ho ripreso le due infografiche di questo post.
https://www.valigiablu.it/fakenews-disinformazione/

Per approfondire ulteriormente:
Il Manuale della verifica, con molti casi-studio:
https://verificationhandbook.com/book_it/

Classifica di reporter Sans Frontiere sulla libertà di stampa nel mondo. L'Italia nel rapporto del 2015 era al 73° posto, ora è al 77°.
https://www.lastampa.it/esteri/2016/04/20/news/liberta-di-stampa-l-italia-crolla-ora-e-al-77-posto-1.35015159?fbclid=IwAR1d67ii_Dz0N34lEquj_zt3nLUqqzsiWRs_J53L9DhRYv3F_vESqH78d0Y

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