Vi propongo, sempre sul tema della disinformazione, tre articoli di Annamaria Testa, giornalista e di esperta di comunicazione, che trovate, insieme a moltissimi altri che vi consiglio caldamente, sul sito del settimanale Internazionale oppure sul suo sito Nuovo e utile
La realtà fuori di noi e quella dentro di noi
In questo articolo, a metà tra la filosofia e la comunicazione, la Testa mette in luce il problema fondamentale della percezione soggettiva della realtà: ve lo propongo perché essere consapevoli di quanto sia facile crearsi convinzioni sbagliate è un ottimo punto di partenza per chi intraprende un percorso di studio. Studiare, ovvero allenarsi a pensare, è soprattutto allenarsi a cambiare idea sulle cose. Idealmente bisognerebbe tendere a giudicare meno e ascoltare di più; so di non sapere è il motto del vero studioso, e se so di non sapere più difficilmente mi lancio in giudizi su tutto e tutti, riconosco e rispetto la competenza altrui, e soprattutto sono pronto a riconoscere gli errori e a cambiare. Non solo, ma sono più curioso e non ci sarà lockdown che potrà davvero annoiarmi!
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2018/11/19/realta-fuori-dentro-noi
Convinti a sproposito
In questo altro articolo la giornalista mette in relazione la soggettività delle nostre percezioni con il mondo dell'informazione, mettendo in evidenza come il pericolo più insidioso delle notizie false sta proprio nella loro grande capacità di coinvolgerci, emozionarci, confermarci nei nostri meccanismi mentali. Ma oltre alle notizie palesemente false noi siamo anche condizionati dall'enfasi che viene data ad alcune notizie invece che ad altre, al tono drammatico con cui vengono raccontate per esempio. L'esercizio dello spirito critico insomma è particolarmente difficile perché anche la quantità delle notizie e non solo la loro qualità può condizionarci.
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/02/10/convinti-a-sproposito
Smettiamo di dire che è una guerra
Infine, ottimo esempio di quanto è detto negli articoli precedenti, in questo pezzo del 30 marzo 2020 Annamaria Testa riepiloga perfettamente quanto l'uso di un certo linguaggio, di una certa metafora piuttosto che un'altra può condizionare il nostro pensiero e le nostre azioni.
Una parte del nostro percorso di educazione civica si basa proprio sull'idea che il linguaggio è sempre politico, cioè esprime sempre la nostra visione del mondo; per questo bisogna stare attenti alle conseguenze delle nostre scelte linguistiche. In questo articolo la giornalista critica l'uso della metafora della guerra per la lotta alla pandemia. Una riflessione molto interessante e facile da confrontare con la nostra esperienza di vita.
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/03/30/metafora-guerra-coronavirus
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