Benvenuti! Su questo blog trovate tutto quello che ci può servire nel lavoro quotidiano a scuola. Nei tag inserisco l'anno e il modulo di riferimento, attenzione a scaricare solo i materiali aggiornati. Ci saranno link, compiti, dispense, ma anche materiale che semplicemente trovo interessante e riguarda gli argomenti trattati a scuola.
Buon lavoro a tutti!

venerdì 29 maggio 2020

Commento ai brani oggetto d'esame

Per aiutarvi nel ripasso finale prima dell'esame raccolgo qui le registrazioni dei commenti svolti a lezione ai brani che saranno oggetto d'esame.
Il materiale non è omogeneo perché si tratta di registrazioni effettuate in vario modo: da quelle fatte in classe da alcune allieve (che ringrazio tantissimo!) a quelle fatte durante gli sportelli di ripasso, a quelle svolte a distanza e già pubblicate sul blog, che vi ripropongo per la comodità di averle tutte insieme.
Se siete in difficoltà a impostare il commento del brano, vi consiglio di provare a seguire questo schema di massima (che spiego durante il commento alla poesia di Palazzeschi, che trovate sotto):
- Riconosco il brano: che cosa è, da che opera è tratto, di chi è;
- Faccio una rapida lettura in silenzio se non me lo ricordo perfettamente;
- Dico di che cosa parla, il contenuto preciso del brano in questione;
- Se è una poesia faccio anche qualche commento alla forma, agganciandomi allo stile dell'autore; se è un brano di un romanzo accenno rapidamente alla trama del romanzo;
- Espongo quali tematiche importanti dell'autore o del movimento si possono ritrovare nel brano (citando eventualmente dal brano e citando altri brani dell'autore);
- Se ho ancora tempo allargo lo sguardo all'autore in generale, al movimento poetico, al periodo storico, ad altri brani.

Elenco dei brani oggetto d'esame per tutte le quinte:

Flaubert, Madame Bovary, I sogni romantici di Emma
Verga, Rosso Malpelo (incipit)
Verga, I Malavoglia, Capitolo I (incipit)
Baudelaire, da Lo Spleen di Parigi: Lo straniero, All’una di notte, Nell’emisfero dei tuoi capelli
Baudelaire, da I fiori del male: L’albatro, Corrispondenze
Pascoli, da Myricae: X Agosto, Il lampo, L’assiuolo
D’Annunzio, da Alcyone: La pioggia nel pineto
Marinetti, Manifesto del Futurismo;
Palazzeschi, da L’incendiario: E lasciatemi divertire! (con schema di commento)
Majakovskij, da Semplice come un muggito: La guerra è dichiarata
Ungaretti, da Allegria: Il porto sepolto, Veglia, Fiumi
Svevo, da La Coscienza di Zeno: Prefazione, Il vizio del fumo (I parte e II parte), La felicità è possibile?

Per classi di arti figurative 5B, 5C, 5D:
Montale, da Ossi di Seppia: Non chiederci la parola, I limoni, Portami il girasole, Spesso il male di vivere ho incontrato
Montale, da Satura: Ho sceso dandoti il braccio

Per classe di scenografia 5A:
Pirandello, da Novelle per un anno: Il treno ha fischiato (incipit), La carriola (incipit)
Pirandello, da Fu Mattia Pascal, Lo strappo nel cielo di carta

martedì 19 maggio 2020

Costituzione: storia e commento ad articoli scelti

Eccoci con il materiale fondamentale per il programma di Cittadinanza e Costituzione da portare all'Esame.
Qui trovate una dispensa con brevi cenni storici sulla nascita della nostra Costituzione, e gli articoli scelti con il relativo commento. Vi è anche una immagine  che spiega la struttura generale della carta, giusto per avere un'idea di dove sono posti gli articoli che studierete.
https://drive.google.com/open?id=1QSo5eBSnsRr4AUsjaDX8P6TdOb76ZU82

Videolezioni:
Costituzione, cenni di storia
https://youtu.be/xFHQ_qQ0Wr0

Principi fondamentali (da 1 a 4 e 11)
https://youtu.be/cAiQ3TTam5c

Altri articoli selezionati (21, 32, 34)
https://youtu.be/mB_bUWBuTdY

Qui invece vi è una Costituzione commentata disponibile online  sul sito di Mondadori education, dal quale ho tratto parte del testo, se aveste curiosità di vedere altri articoli.


venerdì 15 maggio 2020

Linguaggio e sessismo, qualche cenno [AGGIORNATO]

Il tema è sterminato: qui possiamo solo accennare al problema, perché non è possibile oggi parlare di linguaggio responsabile, informazione corretta, contrasto al linguaggio d'odio, senza confrontarsi con "l'elefante nella stanza", ovvero la discriminazione di genere.
Il dato storico è ineludibile: le donne hanno avuto fino a agli anni Sessanta un ruolo sociale nemmeno paragonabile a quello maschile, e andando indietro nel tempo l'impostazione maschile della società ci porterebbe a parlare delle radici greco-romane e cristiane medievali della cultura europea... troppo lontano per i nostri scopi.
Qualche data recente invece può rendere meglio l'idea:
  • Nel 1946 le donne votano in Italia per la prima volta, al referendum del 2 giugno.
  • Nel 1963 si vieta il licenziamento della donna a causa del matrimonio e si dichiara che le donne possono accedere a tutte le cariche e gli impieghi pubblici;
  • Nel 1974 un referendum sancisce la legittimità della legge sul divorzio
  • Nel 1975 si approva il nuovo diritto di famiglia che pone fine alla superiorità del marito sulla moglie sancita per legge
  • Nel 1978 un referendum sancisce la legittimità della legge 194, che consente alle donne di abortire legalmente entro certi limiti e di essere assistite
  • Nel 1981 viene abolito dal Codice Penale l'attenuante del delitto d'onore e il matrimonio riparatore
  • Nel 1996 lo stupro viene considerato reato contro la persona e non contro la morale
  • Nel 2009-2013 si introduce il reato di stalking e una serie di norme contro la violenza domestica e il femminicidio.
  • Nel 2019 (legge n° 69 in vigore dal 9 agosto, denominata "Codice Rosso") aggiunge diverse novità contro i crimini di violenza domestica e di genere, introduce nuovi reati (tra cui il revenge porn), inasprisce pene, cerca di accelerare i procedimenti e rendere le pene più certe ed efficaci.
Bisogna notare le date: ci sono conquiste così ovvie e di buon senso recentissime. 
La legislazione ha una doppio ruolo: segue i cambiamenti della società e li promuove allo stesso tempo. In ogni caso i retaggi culturali si sedimentano nella mentalità delle persone, negli usi, nella morale talmente a fondo che il cambiamento è per forza lento e, anzi, a volte può portare fiammate di reazione, anche violenta.
Il linguaggio quindi è espressione conscia e inconscia della cultura di una nazione, e la riflette, e la lingua italiana porta ancora i segni della discriminazione delle donne.
Per questo è fondamentale mettere attenzione alle parole che si usiamo, rendersi consapevoli che non sono mai casuali e che il modo in cui parliamo è una scelta di campo, contribuisce a creare cultura.

Rivediamoci il discorso di Paola Cortellesi al premio David di Donatello del 2018:


Notevole vero?
D'altronde la dimostrazione di come sia sedimentata nel linguaggio la discriminazione si ha attraverso un semplice esercizio, che potreste sperimentare anche voi con chi avete vicino:
1) chiedete alla vostra cavia di pensare a un uomo che odia, a qualcuno che ha fatto un torto insopportabile e di pensare tre insulti;
2) chiedete ora di pensare a una donna altrettanto odiosa e di pensare altri tre insulti per lei.
3) Analizzate insieme il significato dei primi tre e dei secondi tre: salvo rare eccezioni gli insulti rivolti alle donne riguardano sempre la sfera sessuale o l'aspetto fisico; se anche gli insulti rivolti all'uomo riguardano la sfera sessuale, sono quasi sempre rivolti a mettere in dubbio la sua mascolinità o la sua eterosessualità, quindi in realtà confermano il pregiudizio.

Riepiloghiamo tre temi caldi che riguardano il linguaggio e la discriminazione di genere:

1) Il dibattito sui nomi di professioni declinate al femminile: l'emancipazione ha portato le donne ad accedere a cariche politiche e professionali prima rigorosamente destinate agli uomini. Per questo non siamo abituati a declinare al femminile alcuni nomi quali ministro, magistrato, sindaco, avvocato ecc. Pensate quanto invece non ci suonino affatto strani i nomi femminili quali operaia, contadina, cameriera ecc. Insistere per usare articoli femminili e declinazioni al femminile "alla pari" per esempio ministra o avvocata è una battaglia culturale per svecchiare la lingua italiana e inserire nella normalità il fatto che anche le donne possano fare questi lavori.
Chiara in proposito l'opinione dell'Accademia della Crusca, che torna più volte sull'argomento, per esempio:
Infermiera sì, ingegnera no?
https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/infermiera-si-ingegnera-no/7368

Sindaco e sindaca, il linguaggio di genere
https://www.facebook.com/notes/accademia-della-crusca/sindaco-e-sindaca-il-linguaggio-di-genere/1214135898630029

2) La narrazione mediatica della violenza di genere: questo è il tema più drammatico. I femminicidi sono l'unico tipo di omicidio che non accenna a calare negli ultimi dieci anni, e si mantiene sulla spaventosa cifra di circa una donna uccisa ogni 2 giorni. Anche sull'uso di questa parola c'è stata polemica: in realtà la parola femminicidio serve perché indica che le donne vengono uccise in quanto tali, e non per altri motivi; nella maggioranza dei casi dal partner o ex partner. E' un fenomeno dai numeri enormi e senza una parola apposta, non  può essere messo in risalto e combattuto, si mescolerebbe nelle statistiche con tutti gli altri episodi di violenza e di omicidio.
Il dibattito oggi è tra chi nega che esista un problema culturale dietro la violenza e il femminicidio e ritiene che siano casi di "follia", "raptus", casi singoli e non paragonabili, e chi invece ritiene che vi sia alla base un problema culturale e che questi delitti si assomiglino tutti.
I giornali purtroppo ne parlano quasi sempre con termini che sottintendono la prima ipotesi, come tragedie inspiegabili, conseguenze del troppo amore, o di condotte provocanti delle donne:

"Delitto passionale", "raptus di gelosia", "momento di follia", "troppo amore", "bravo ragazzo", "padre esemplare", e infinite variazioni sul tema dell'amore irrazionale e del fatalismo tragico.
(Da: Come raccontare la violenza sulle donne: linee guida per giornalisti)

Ma i dati statistici non vanno affatto in questa direzione.
Tra le tante analisi sul tema vi consiglio quella fatta da Valigia Blu:
Come i media dovrebbero coprire la violenza sulle donne
E anche la ricostruzione di un caso di studio esemplare: la copertura dell'omicidio di Elisa Pomarelli

Non meno grave è in alcuni casi il racconto dei casi di stupro (e ancora più spesso di molestia): malgrado per legge sia violenza contro la persona, ancora oggi (novembre 2020) si trovano abominevoli commenti giornalistici al riguardo, talmente degradanti per la vittima che possono essere considerati una seconda violenza.
In genere ruotano attorno a tre concetti, sempre quelli: fanno capire che la vittima ha una parte di colpa (ha provocato, ha bevuto, è andata apposta a quella festa, che ci faceva in giro, come era vestita, ecc); paragonano lo stupro al sesso consenziente, negando il fatto che si tratti di due atti completamente diversi, e infine compiono un secondo stupro indugiando morbosamente sui dettagli del corpo della donna, della violenza, dei vestiti ecc. come se invece che di un crimine violento si trattasse di un'impresa erotica. Un esempio

3) Hate speech contro le donne:
Ultimo fenomeno tristemente sempre agli onori delle cronache è il discorso d'odio rivolto in modo specifico verso le donne. Personaggi in vista o donne comuni, statisticamente il fenomeno delle ondate di odio sui social media riguarda soprattutto le donne. Probabilmente il sessismo si "sposa bene" con l'aggressività dei cosiddetti "leoni da tastiera": le donne vengono prese di mira non solo e non tanto per le loro idee ma direttamente in quanto donne.
Vengono insultate per il loro aspetto fisico, dai capelli ai vestiti (fenomeno talmente comune da avere un nome in inglese: body shaming); vengono aggredite sessualmente augurando loro ogni genere di violenza (si parla di stupro virtuale), si innescano fenomeni di "branco" nei quali perde importanza il motivo effettivo dell'odio.
Vi rimando ad alcuni articoli che fanno riferimento solo ai casi più recenti:

Un articolo del Corriere della sera che riassume bene le spaventose dimensioni del fenomeno basandosi su due ricerche recenti:
https://27esimaora.corriere.it/20_maggio_27/silvia-romano-altre-rete-l-odio-le-donne-anche-quando-sono-vittime-2bee63a0-a050-11ea-8f7d-66830a0d6de9.shtml?refresh_ce-cp

Giovanna Botteri risponde a Striscia la notizia, estendendo il discorso al body shaming in generale:
https://tv.fanpage.it/giovanna-botteri-risponde-a-striscia-la-notizia-su-bodyshaming-scardiniamo-modelli-stupidi/

L'Osservatore Romano sul caso delle aggressioni contro Silvia Romano, la cooperante liberata dopo 18 mesi di prigionia
https://www.farodiroma.it/losservatore-romano-difende-silvia-contro-di-lei-uno-sguardo-disumano/

Una ricostruzione e un commento:
https://www.valigiablu.it/silvia-romano-polemiche/

Un commento sulle recenti aggressioni alle donne
https://left.it/2020/05/12/voi-odiate-le-donne-libere/


Per capire meglio il nostro recente passato:

La vicenda di Franca Viola e la fine del matrimonio riparatore
Franca Viola, la ragazza che svegliò l'Italia

Processo per stupro, documentario del 1978  su un vero processo per stupro, che segnò il dibattito sulla legge contro lo stupro: si dimostra come era uso colpevolizzare la vittima durante il processo:
https://www.youtube.com/watch?v=ZNvxfxZSUfI

Comizi d'amore di Pasolini, inchiesta del 1963 sui costumi sessuali degli italiani che ha fatto la storia:
https://youtu.be/LSkOnp7Lt-Y

lunedì 11 maggio 2020

Odio in rete: il fenomeno, le iniziative di contrasto

Secondo punto della nostra breve panoramica sull'uso responsabile del linguaggio: dopo aver analizzato in generale le possibili forme della disinformazione, in crescita esponenziale grazie all'emergenza covid19, concentriamo la nostra attenzione su un drammatico fenomeno molto diffuso nel nostro paese: il linguaggio d'odio, o discorso d'odio
E' un argomento vasto e già molto analizzato, cercherò qui solo di farvi un breve compendio; il linguaggio d'odio inoltre si intreccia spesso e si sovrappone, come vedremo, con il linguaggio sessista contro le donne, diventando una delle forme più diffuse di "gogna mediatica".

Il linguaggio d'odio
Il problema del linguaggio d'odio e degli insulti sessisti è esploso con i social media, ovvero con la possibilità da parte degli utenti di commentare notizie, di condividerle nei social network, di crearle con pochi click associando video, immagini e testi. La tendenza al facile giudizio sugli altri, al gossip, alla crudeltà verso persone che non si conoscono, già ovviamente preesistenti, hanno avuto dalle tecnologie un'incredibile rampa di lancio: adesso il fenomeno dello hate speech nelle sue varie forme ha dimensioni che stanno preoccupando anche le istituzioni, anche perché rappresenta una distorsione dei meccanismi democratici della libertà di pensiero e di parola.
La violenza che si può riversare sui privati cittadini o sulle personalità pubbliche da un momento all'altro è spaventosa: anche se non si trasforma in una violenza fisica, l'aggressione attraverso i social media ha un impatto psicologico altrettanto devastante, e ha portato in più di un'occasione anche a gesti estremi.
Guardate questo breve video di VoxDiritti:


Questa ricerca su larga scala riguarda solo Twitter, ma ve ne sono di analoghe per altri social media.
Alcuni numeri del fenomeno per esempio sono dati da questa ricerca di ParoleOstili

Il fenomeno è alimentato non solo dalla facilità con cui si propaga, immediatezza che non stimola la riflessione, ma anche dal meccanismo psicologico che fa cadere la naturale inibizione ad aggredire gli altri quando siamo "protetti" dalla distanza, dal filtro delle tecnologie. In pratica non si percepisce l'altro in tutta la sua interezza di essere umano e contemporaneamente abbiamo l'illusione di essere inattaccabili perché agiamo dalle nostre case, scrivendo su internet e non parlando di persona.

Oggi si cerca di arginare il fenomeno da più parti, e tentando più approcci:

1) Uno di questi è appunto inserire Cittadinanza e Costituzione come una materia a parte nell'Esame di Stato, sapendo che in questo modo si costringono le scuole a dare più rilievo a questa disciplina trasversale. Probabilmente dal prossimo anno si chiamerà Educazione Civica e sarà anche una materia con un'ora alla settimana e un suo voto in pagella in tutte le scuole. Qui potete trovare un articolo di una rivista specializzata in scuola che riassume quanto sappiamo fino ad ora sui contenuti e le modalità.

2) Su iniziativa della senatrice Liliana Segre è stata istituita il 29 ottobre 2019 una Commissione parlamentare contro il razzismo e l'antisemitismo, che si occuperà di stimolare l'azione legislativa e la sensibilizzazione su questi temi e vagliare le proposte di legge da portare in parlamento. Liliana Segre, divenuta senatrice a vita nel 2018, è incredibilmente stata a sua volta vittima di una mostruosa campagna d'odio, con più di 200 messaggi al giorno con minacce di morte.
La notizia dell'istituzione della Commissione Segre:
https://www.fanpage.it/politica/nasce-la-commissione-contro-i-fenomeni-di-odio-voluta-da-liliana-segre/

3) Ci sono iniziative culturali promosse da istituzioni come l'ordine dei Giornalisti, la Presidenza della Repubblica ma anche sponsorizzate da ditte private, come quella di ParoleOstili: ParoleOstili ha redatto un manifesto contro l'odio in rete che mira a diffondere consapevolezza sul tema e a combatterlo sul piano dell'educazione e della cultura. Realizzano seminari, attività didattiche per le scuole, libri e convegni.

4) Ci sono anche iniziative legali, come Odiare Ti Costa: una campagna di raccolta di segnalazioni e di patrocinio legale gratuito per denunciare gli odiatori in rete; oltre a difendere concretamente le vittime lo scopo è diffondere l'idea che non è vero che si è al riparo dalle conseguenze: gli insulti e la diffamazione online sono reati e possono essere perseguiti penalmente.
Un articolo sull'iniziativa su Wired

5) Il problema è anche educativo, e riguarda in modo drammatico le nuove generazioni, che hanno già in tenera età accesso ai social network: il linguaggio d'odio diventa facilmente cyberbullismo, fenomeno che rende la vita impossibile a migliaia di bambini e adolescenti, amplificando a dismisura il bullismo "tradizionale".
Il Miur si è mosso in questo senso promuovendo la sensibilizzazione delle scuole e l'attivazione di strumenti di prevenzione e di aiuto per le vittime.
La pagina sul sito istituzionale del Miur
Il sito dedicato al tema del Miur: https://www.generazioniconnesse.it/

In conclusione vi propongo in questa immagine i principi elaborati da ParoleOstili nel suo Manifesto come vademecum contro l'odio online: si vede che in fondo buona informazione, capacità di argomentare e rispetto dell'altro sono sempre aspetti della stessa medaglia:


Qui trovate un articolo che ho trovato nel blog #Nohate di Ennio Passalia, un collega che mette in relazione notizie false e odio in rete, con molti esempi:
https://www.enniopassalia.it/politica/perche-le-fake-news-e-i-social-possono-mettere-in-pericolo-le-democrazie/

Qui invece un video breve e fatto molto bene che spiega bene che cosa sono le fallacie argomentative, ovvero quelle modalità che inquinano i dibattiti e la sana argomentazione:

Coronavirus e disinformazione

L'epidemia ha evidenziato, come succede in tutte le emergenze, i problemi dell'informazione. Oggi però siamo di fronte a una vera e propria alluvione di informazioni scorrette: la pandemia ha un tale impatto emotivo e pratico sulle vite delle persone di tutto il mondo che è un'occasione veramente ghiotta per i disinformatori di ogni tipo. Si ritrovano in piena attività tutte le tipologie che avevamo analizzato nel post sulla disinformazione in generale: troll, complottisti, speculatori economici, governi autoritari, governi che sfruttano a loro vantaggio l'epidemia, media a caccia di notizie sensazionali ecc.
Vi propongo alcuni articoli che analizzano la situazione:

La pagina dedicata alle bufale sul covid del Ministero della Salute (solo il fatto che un ministero abbia sentito il bisogno di intervenire direttamente dà l'idea della gravità della situazione):
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5387&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto

Una delle relazioni di EU vs disinfo, un'istituzione che lavora specificatamente contro la disinformazione per l'Unione Europea. In questo periodo sta analizzando soprattutto la grave situazione legata al Covid: la cosa più preoccupante che emerge è che a contribuire alla disinformazione sono anche molti governi, che cercano di sfruttare la situazione a fini politici e diplomatici.
https://euvsdisinfo.eu/it/aggiornamento-alla-relazione-speciale-del-seae-breve-valutazione-delle-interpretazioni-e-della-disinformazione-legate-alla-pandemia-di-covid-19-coronavirus-aggiornata-al-2-22-aprile/

Come reagiscono i social network all'ondata di disinformazione sul covid. Un articolo dal Fatto Quotidiano:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/09/coronavirus-e-fake-news-facebook-ne-blocca-il-76-twitter-solo-il-41/5765761/

Una riflessione interessante sul linguaggio che abbiamo usato per descrivere la pandemia e le misure di contenimento:

Smettiamo di dire che è una guerra, di Annamaria Testa
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/03/30/metafora-guerra-coronavirus

Un esempio invece di buona informazione: un articolo che spiega bene come si contagia il virus, alla luce di quello che si sa fino ad ora:
https://www.ilpost.it/2020/05/12/contagi-coronavirus-luoghi/


giovedì 7 maggio 2020

Mappe concettuali

Ho trovato e scansionato una serie di mappe concettuali - alcune ve le avevo già condivise -  su alcuni snodi del nostro programma di quest'anno. Mi sembrano fatte molto bene e possono essere di aiuto per il ripasso.
Vi condivido l'accesso alla cartella:
https://drive.google.com/open?id=1SsX6Gey14JYryjJdFjdUcMiVo_HirjJ4