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lunedì 11 maggio 2020

Odio in rete: il fenomeno, le iniziative di contrasto

Secondo punto della nostra breve panoramica sull'uso responsabile del linguaggio: dopo aver analizzato in generale le possibili forme della disinformazione, in crescita esponenziale grazie all'emergenza covid19, concentriamo la nostra attenzione su un drammatico fenomeno molto diffuso nel nostro paese: il linguaggio d'odio, o discorso d'odio
E' un argomento vasto e già molto analizzato, cercherò qui solo di farvi un breve compendio; il linguaggio d'odio inoltre si intreccia spesso e si sovrappone, come vedremo, con il linguaggio sessista contro le donne, diventando una delle forme più diffuse di "gogna mediatica".

Il linguaggio d'odio
Il problema del linguaggio d'odio e degli insulti sessisti è esploso con i social media, ovvero con la possibilità da parte degli utenti di commentare notizie, di condividerle nei social network, di crearle con pochi click associando video, immagini e testi. La tendenza al facile giudizio sugli altri, al gossip, alla crudeltà verso persone che non si conoscono, già ovviamente preesistenti, hanno avuto dalle tecnologie un'incredibile rampa di lancio: adesso il fenomeno dello hate speech nelle sue varie forme ha dimensioni che stanno preoccupando anche le istituzioni, anche perché rappresenta una distorsione dei meccanismi democratici della libertà di pensiero e di parola.
La violenza che si può riversare sui privati cittadini o sulle personalità pubbliche da un momento all'altro è spaventosa: anche se non si trasforma in una violenza fisica, l'aggressione attraverso i social media ha un impatto psicologico altrettanto devastante, e ha portato in più di un'occasione anche a gesti estremi.
Guardate questo breve video di VoxDiritti:


Questa ricerca su larga scala riguarda solo Twitter, ma ve ne sono di analoghe per altri social media.
Alcuni numeri del fenomeno per esempio sono dati da questa ricerca di ParoleOstili

Il fenomeno è alimentato non solo dalla facilità con cui si propaga, immediatezza che non stimola la riflessione, ma anche dal meccanismo psicologico che fa cadere la naturale inibizione ad aggredire gli altri quando siamo "protetti" dalla distanza, dal filtro delle tecnologie. In pratica non si percepisce l'altro in tutta la sua interezza di essere umano e contemporaneamente abbiamo l'illusione di essere inattaccabili perché agiamo dalle nostre case, scrivendo su internet e non parlando di persona.

Oggi si cerca di arginare il fenomeno da più parti, e tentando più approcci:

1) Uno di questi è appunto inserire Cittadinanza e Costituzione come una materia a parte nell'Esame di Stato, sapendo che in questo modo si costringono le scuole a dare più rilievo a questa disciplina trasversale. Probabilmente dal prossimo anno si chiamerà Educazione Civica e sarà anche una materia con un'ora alla settimana e un suo voto in pagella in tutte le scuole. Qui potete trovare un articolo di una rivista specializzata in scuola che riassume quanto sappiamo fino ad ora sui contenuti e le modalità.

2) Su iniziativa della senatrice Liliana Segre è stata istituita il 29 ottobre 2019 una Commissione parlamentare contro il razzismo e l'antisemitismo, che si occuperà di stimolare l'azione legislativa e la sensibilizzazione su questi temi e vagliare le proposte di legge da portare in parlamento. Liliana Segre, divenuta senatrice a vita nel 2018, è incredibilmente stata a sua volta vittima di una mostruosa campagna d'odio, con più di 200 messaggi al giorno con minacce di morte.
La notizia dell'istituzione della Commissione Segre:
https://www.fanpage.it/politica/nasce-la-commissione-contro-i-fenomeni-di-odio-voluta-da-liliana-segre/

3) Ci sono iniziative culturali promosse da istituzioni come l'ordine dei Giornalisti, la Presidenza della Repubblica ma anche sponsorizzate da ditte private, come quella di ParoleOstili: ParoleOstili ha redatto un manifesto contro l'odio in rete che mira a diffondere consapevolezza sul tema e a combatterlo sul piano dell'educazione e della cultura. Realizzano seminari, attività didattiche per le scuole, libri e convegni.

4) Ci sono anche iniziative legali, come Odiare Ti Costa: una campagna di raccolta di segnalazioni e di patrocinio legale gratuito per denunciare gli odiatori in rete; oltre a difendere concretamente le vittime lo scopo è diffondere l'idea che non è vero che si è al riparo dalle conseguenze: gli insulti e la diffamazione online sono reati e possono essere perseguiti penalmente.
Un articolo sull'iniziativa su Wired

5) Il problema è anche educativo, e riguarda in modo drammatico le nuove generazioni, che hanno già in tenera età accesso ai social network: il linguaggio d'odio diventa facilmente cyberbullismo, fenomeno che rende la vita impossibile a migliaia di bambini e adolescenti, amplificando a dismisura il bullismo "tradizionale".
Il Miur si è mosso in questo senso promuovendo la sensibilizzazione delle scuole e l'attivazione di strumenti di prevenzione e di aiuto per le vittime.
La pagina sul sito istituzionale del Miur
Il sito dedicato al tema del Miur: https://www.generazioniconnesse.it/

In conclusione vi propongo in questa immagine i principi elaborati da ParoleOstili nel suo Manifesto come vademecum contro l'odio online: si vede che in fondo buona informazione, capacità di argomentare e rispetto dell'altro sono sempre aspetti della stessa medaglia:


Qui trovate un articolo che ho trovato nel blog #Nohate di Ennio Passalia, un collega che mette in relazione notizie false e odio in rete, con molti esempi:
https://www.enniopassalia.it/politica/perche-le-fake-news-e-i-social-possono-mettere-in-pericolo-le-democrazie/

Qui invece un video breve e fatto molto bene che spiega bene che cosa sono le fallacie argomentative, ovvero quelle modalità che inquinano i dibattiti e la sana argomentazione:

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